La responsabilità del lavoratore nei confronti del datore di lavoro

a cura dell’avv. Christopher Jackson 

Sia i datori di lavori che i lavoratori si pongono spesso la domanda a sapere se ed in quale misura una negligenza del lavoratore, che causa un danno al datore di lavoro, possa essere imputata al dipendente. Una domanda di risarcimento del danno da parte del datore di lavoro può essere lecita?

Ai sensi dell’art. 321a CO, il lavoratore è tenuto ad eseguire con diligenza e fedeltà il lavoro assegnatogli dal datore di lavoro, salvaguardando gli interessi di quest’ultimo. Nel concetto di diligenza rientra l’esecuzione corretta delle mansioni affidate al lavoratore: il grado di diligenza va parametrato al singolo impiego, avendo cura per il rischio professionale intrinseco, per il livello d’istruzione del lavoratore, per le sue cognizioni tecniche nonché per le attitudini personali del lavoratore e per la sua esperienza, che il datore di lavoro conosceva o avrebbe dovuto conoscere (STREIFF/VON KAENEL/RUDOLPH, Praxiskommentar, Art. 321a N 3; Commentario Pratico al contratto di lavoro, TREZZINI, art. 321a CO, n. 2).

Se il lavoratore – per negligenza o intenzionalmente – cagiona un danno al datore di lavoro, egli ne risponde personalmente, secondo l’art. 312e CO. Il danno è costituito dalla diminuzione dell’attivo, dall’aumento del passivo oppure dal mancato aumento dell’attivo, ossia dal mancato guadagno (DTF 133 III 462). Il danno deve essere provato dal datore di lavoro e deve sussistere un nesso di causalità tra la condotta del lavoratore ed il danno.

Affinché il danno possa essere posto a carico del lavoratore, occorre infine che venga accertata una sua negligenza (o intenzionalità) nell’esecuzione delle sue mansioni. La valutazione della negligenza, come summenzionato, dipende da diversi fattori, incluso l’eventuale concorso di colpa del datore di lavoro, nell’aver omesso di sorvegliare correttamente il lavoratore. Il datore di lavoro ha infatti l’onere di assumere lavoratori sufficientemente formati per la mansione loro affidata, con sufficiente esperienza per il lavoro concretamente svolto e con attitudini personali adeguate. Inoltre, il datore di lavoro ha comunque l’obbligo di sorvegliare l’esecuzione del lavoro assegnato al lavoratore, così da individuare e prevenire per tempo eventuali negligenze o danni probabili.

Considerate tutte le variabili di cui sopra, occorre infine giungere alla valutazione del grado di colpa del lavoratore, ossia se la negligenza vada considerata lieve, media o grave. In caso di colpa lieve, il lavoratore non potrà essere chiamato a sopportare la responsabilità per il danno causato, in quanto tale rischio ricade nell’usuale rischio d’impresa, a carico del datore di lavoro. In caso di colpa di media entità, il danno è condiviso e pertanto – di regola – il lavoratore potrà sopportare al massimo il 50% del danno. Infine, in caso di colpa grave, il lavoratore può essere – eccezionalmente – chiamato a risarcire l’intero ammontare del danno causato. Accanto al risarcimento del danno, sussiste inoltre la possibilità di disporre sanzioni, anche a carattere economico.

Tutto ciò premesso, occorre concludere che raramente il lavoratore negligente potrà essere chiamato a risarcire integralmente il danno causato, mentre un risarcimento parziale può senz’altro entrare in conto, sempre che sussista almeno una colpa di media entità, da valutarsi secondo i parametri di cui sopra.
È peraltro sempre consigliabile, a fini probatori, lasciare traccia scritta di ogni richiamo disciplinare e di ogni danno causato dal lavoratore, in modo da poter giustificare il grado di negligenza del lavoratore.

Infine, una volta accertata la sussistenza di un danno, del nesso causale e della colpa media o grave del lavoratore, potrà entrare in considerazione una domanda risarcitoria a favore del datore di lavoro. Il risarcimento potrà anche prendere la forma di una trattenuta salariale ma solamente per quanto attiene alla quota non pignorabile del salario, ai sensi dell’art. 323b CO. Pertanto, una trattenuta salariale deve sempre essere ben ponderata.